Chi lo avrebbe mai immaginato che, non tanto lontano dalla costa marchigiana, sugli appennini, si trovasse una gola immersa completamente nel verde?
Un posto in cui il corso del fiume Candigliano viene intrappolato dal monte Pietralata (889 m) e dal monte Paganuccio (976 m), dove la forza erosiva dell’acqua, ha creato una gola profondissima.
Il fiume in questo tratto è fiancheggiato dalla vecchia Via Flaminia, dove, l’imperatore Vespasiano, nel punto più stretto, fece scavare una galleria chiamata “petra pertusa” o “forulum” (piccolo foro), da cui deriva il nome “Furlo“.
Nel 1922 venne poi costruita una diga, che trasformò il vivace corso d’acqua del fiume in un placido laghetto, creando così un vero e proprio angolo di paradiso.
Sulla sponda del fiume dove si affaccia un piccolo borgo omonimo della gola, si trovano un grande parco immerso nel verde, giochi per bambini ed un parco avventura sospeso sugli alberi.
E’ il luogo perfetto per ritrovarsi in famiglia o con gli amici e godersi la tipica grigliata domenicale,
alternando un panino con la salsiccia a un bel tuffo nell’acqua fresca del fiume o, per i meno dinamici, una pennichella sotto l’ombra di qualche albero.
Tutta la zona adiacente alla gola fa parte della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, la vera bellezza di questo posto è proprio la natura!
Arrivando dall’autostrada, prima della diga, accanto a un piccolo parcheggio, partono alcuni sentieri per raggiungere la cima del monte Pietralata.
Il sentiero 440, comunemente chiamato Passo del Furlo, conduce in cima al monte da cui si può vedere una vista mozzafiato su tutta la gola e la vallata circostante.
E’ proprio un panorama che emoziona, che rende piccoli piccoli di fronte all’immensità della natura, ma che allo stesso tempo fa sentire potenti e forti per essere giunti fino in cima.
Il sentiero è facilmente percorribile, ben segnalato e quasi interamente sotto l’ombra del bosco.
Con un tempo di percorrenza stimato di circa 1 ora e 30, un dislivello di 500 metri e una lunghezza di 3,3 km, viene considerato un trekking facile e alla portata di tutti.
Durante il tragitto infatti abbiamo incontrato tantissimi bambini, che instancabili camminavano più veloci di qualche adulto.
Lungo il sentiero si incontra qualche deviazione che conduce a pareti rocciose prive di vegetazione, perfette per chi ama scalare.
Quando cammino tendo spesso a guardare per terra e qui è stata una bella sorpresa trovare tantissimi ciclamini selvatici violacei lungo il sentiero… non pensavo che crescessero in questa zona.
Pochi minuti prima di arrivare a destinazione si incontra un bivio che conduce a due diverse zone panoramiche.
Prendendo a sinistra si arriva ad una vecchia terrazza panoramica con una staccionata e dei gradoni in cemento su cui sedersi ad ammirare il versante est della gola.
Il sentiero sulla destra, quello in salita, conduce invece a una delle vedute più belle che abbia mai potuto ammirare sugli appennini, terminando in uno spazio roccioso, privo di vegetazione, dove qualche masso crea un piano, come se fosse stato fatto di proposito, dove è possibile sedersi e guardare il panorama.
Ed è qui che perdi la cognizione del tempo…
…quando il vento fresco ti accarezza i capelli e gli occhi si perdono nel verde delle montagne…quando guardando giù vedi il fiume, che come un serpente si allontana verso la vallata…
Con le gambe stanche, rivolte in giù verso il precipizio, ci siamo lasciati emozionare da quello che la natura è in grado di fare e preservare nonostante l’intervento dell’uomo.
Da entrambi i punti panoramici parte un sentiero che conduce al Rifugio del Furlo, un vecchio casolare abbandonato in mezzo al bosco, dove è possibile fermarsi per un pic nic e per riposare sotto l’ombra degli alberi.
Vi svelo un segreto, che ho scoperto solamente in cima: in realtà c’è una strada carrabile che arriva fino al rifugio…
Ma che gusto c’è ad ammirare questo straordinario paesaggio senza aver fatto almeno un po’ di fatica per goderselo?