In Friuli, nelle Dolomiti carniche, c’è una piccola valle, chiamata Val Pesarina, che confina con il Cadore, dove si trova un piccolo paese, che dal 4 dicembre al 9 gennaio non è raggiunto dai raggi del sole, perché le montagne lo nascondono alla vista; è il paese di Pesariis.
Da Cividale del Friuli, prima tappa del nostro breve viaggio in Friuli, ci dirigiamo a nord nella zona delle Alpi carniche, per raggiungere Ovaro, da dove mio marito affronterà la salita dello Zoncolan, una delle più impegnative per i ciclisti…ed allora che resta da fare per chi quella salita non riuscirebbe ad affrontarla neppure in moto?
Oltrepassare Ovaro e dopo pochi chilometri girare a destra, seguendo la strada che attraversando la Val Pesarina, arriva a Sappada.
La mia meta infatti è lungo quella strada; dopo appena 7 km si trova Pesariis, definito “il paese degli orologi”, di cui solo il giorno prima ho sentito parlare essendomi stato consigliato dai proprietari del bed & breakfast di Cividale dove abbiamo pernottato!
Già all’ingresso del parcheggio, dove lascio l’automobile, un orologio a palette attira la mia attenzione.
Nel paese ci sono ben 15 orologi, il cui funzionamento si basa su diversi principi, posizionati in un percorso che attraversa il paese e che integra e completa il Museo dell’Orologeria.
Viene da chiedersi il motivo per cui proprio in un piccolo e sperduto paesino di montagna si sia sviluppata, sin dal 1600, una tecnologia così all’avanguardia per quei tempi, legata all’arte dell’orologeria.
Più fattori hanno concorso a far si che, dapprima la famiglia Capellari e poi quella Solari, che fondò una fabbrica a Pesariis sin dal 1725, fossero all’avanguardia dapprima nella produzione di orologi da torre per campanili, chiese, municipi, castelli e stazioni e poi in orologi da casa e da ufficio:
- gli immigrati stagionali che sin dal 1600 si recarono in Austria e Boemia, impararono l’arte dell’orologeria replicando le tecniche e gli stili che avevano osservato e li trasmisero ai famigliari;
- le parti meccaniche in ferro richiedevano fucine e fabbri, che erano presenti sul territorio, grazie allo sfruttamento dell’energia prodotta dalle pale del mulino messe in moto dall’acqua proveniente dalla cascata di Fuas, distante 30 minuti di cammino dal paese.
Lasciato il parcheggio all’ingresso del paese, mi incammino in discesa verso il torrente che scorre in fondo alla valle e che costeggia il paese ed incontro un altro enorme orologio.
Dipinto sul fronte di un edificio, rappresenta il calendario perpetuo gigante.
Qui in grafica moderna sono riportate tutte le indicazioni contenute in un calendario; il giorno del mese, il mese, il segno dello zodiaco, la durata del sole e della notte. Il bizzarro edificio sembra ospitare un bed & breakfast.
Decido di inoltrarmi all’interno del paese, costituito da costruzioni in legno tipiche del luogo ed incontrando una donna che espone vasetti di confettura di frutta ed altri prodotti di produzione artigianale all’esterno della propria casa.
Le chiedo informazioni su dove sono posizionati gli orologi e mi risponde, che in mancanza di una cartina, che potrei recuperare al museo dell’Orologeria, posso tranquillamente girovagare per il paese, dove gli orologi sono ben in evidenza e segnalati da dei cartelli con le spiegazioni circa il loro funzionamento.
Mentre parliamo una fila di sette nani con la loro Biancaneve, allineati lungo il fianco di una casa, sembra osservarci.
Mi addentro pertanto all’interno del paese e trovo un altro orologio ad acqua e a turbina regolato da un complesso meccanismo.
Continuando a salire verso la chiesa, vedo l’installazione dell’orologio con carillon, composto da undici campane nelle note do – re – mi – fa – sol – la – si – si – do – re – mi, che suonano un antico canto dedicato alla Madonna.
Oltrepassata la chiesa, sempre salendo, sulla destra, alla fine del paese ed ai piedi di una stupenda visione delle montagne dolomitiche, si trova l’orologio planisfero, dove è rappresentata la volta celeste con le costellazioni.
A fianco un notturnale, strumento astronomico utilizzato dai naviganti per la lettura dell’ora.
A questo punto faccio dietro front per tornare in paese e noto che quasi ogni casa ha delle particolari decorazioni; c’è una raffigurazione di un uomo su una scala con un barattolo di vernice in mano che scrive Pesariis, un asino con una corda al collo che recalcitrante punta le zampe davanti, svoltando l’angolo si vede un uomo che tira quella corda.
Entrambe le immagini sono realizzate con un materiale plastico che pare una rete.
In piazza si possono ammirare sia l’orologio dei pianeti, che rappresenta il sistema solare, che una meridiana orizzontale analemmatica; se ci si posiziona con i piedi ai lati di una riga centrale, all’altezza del mese in corso, l’ombra proiettata dal proprio corpo segnala sulla fascia esterna l’ora solare di Pesariis.
Provo e penso che ci ha quasi preso, c’è una differenza di un’ora…ma riflettendo il mio orologio riporta l’ora legale e non quella solare!
Poco prima del museo vedo uno degli orologi che più mi hanno colpito; l’orologio ad acqua e vasi basculanti, una specie di clessidra ad acqua automatica.
Sulla sommità c’è un recipiente basculante costituito da due vasche, che vengono riempite alternatamente. Quando una delle vasche raggiunge il livello massimo di riempimento, si svuota e questo meccanismo aziona un arpione, che fa muovere delle ruote dentate e scattare la lancetta delle ore.
Finalmente arrivo di fronte al Museo, per fortuna non c’è fila, perché gli ingressi sono contingentati e così acquisto il biglietto al costo di soli € 3,00, che mi consente di visitare alcune stanze al piano terra, dove sono ospitati orologi da parete molto decorati e meccanismi complicati di orologi da torre.
Al piano superiore si trovano orologi più moderni, da tavolo, da ufficio ed anche orologi marcatempo per regolare i tempi di ingresso ed uscita dei lavoratori, tutti rigorosamente prodotti dalla fabbrica dei F.lli Solari!
All’uscita del museo, cartina alla mano, vedo di recuperare quegli orologi che sono sfuggiti alla mia vista; fra questi uno dei più interessanti si trova all’ingresso del paese; è l’orologio a vasche d’acqua, costituito da dodici vasche allineate, che si riempiono un un’ora ciascuna.
Trascorse 12 ore, tutte le vasche si svuotano ed il sistema si riinnesca.
Interessante è anche la meridiana del 1170 dipinta sulla parete della casa Capellari – Solari, ma il mio interesse ora, dopo aver ammirato tutti gli orologi presenti nella mappa, è per un esercizio di somministrazione di cibi e bevande, che possa ristorarmi.
Alcuni esercizi sono chiusi nonostante l’ora…è quasi mezzogiorno, ma finalmente trovo un’osteria che serve vino e succhi di frutta accompagnati da taglieri di salumi e formaggi nei tavolini di legno all’aperto.
Mi ci fiondo prima che si occupino, sembra quasi che tutti abbiano deciso di pasteggiare in questo momento!
L’atmosfera è comunque deliziosa; al centro del paese, fra casette in legno decorato, all’ombra riparata da un sole che splende su un cielo d’un azzurro intenso, mi rilasso gustando il mio semplice pasto!
Molto interessante è percorrere il sentiero che dal paese sale alla cascata di Fuas, recentemente ripristinato grazie all’opera di volontari.
In mezzo a boschi di faggi si sale in circa trenta minuti e senza troppe difficoltà fino alla cascata, alimentata dal torrente Possal.
Il luogo sembra magico, tant’è che in passato qui ci celebravano le nozze degli abitanti del villaggio.
La cascata però è stata importante per gli abitanti di Pesariis perché grazie all’energia prodotta ha consentito loro di avviare dapprima artigianali attività di costruzione degli orologi, fino alla fondazione, nel 1915, della fabbrica di orologi “Solari”, che ha portato per tanti anni benessere al paese.
Si conclude qui questa “toccata e fuga” nel Friuli, una breve esperienza che si ci ha fatto assaporare nuovi e affascinanti luoghi e lasciato il desiderio di tornare, con più calma e per più giorni a visitare questo territorio che ha ancora tantissime sorprese da riservarci!
Commenti
Spero venirci presto il Friuli lo porto sempre nel mio cuore a presto