La Carinzia, Karnten in tedesco, è il Land più a sud dell’Austria, situato in una zona di confine fra l’Italia e la Slovenia.
La Carinzia è una terra di montagne e laghi d’origine glaciale, dalle acque limpidissime e calde, dove nella bella stagione si possono praticare tanti sport; dal canottaggio al SUP e allo sci nautico.
Dall’Italia conviene attraversare il passo del Tarvisio, per arrivare in circa 30 km a Villach e in 60 km a Klagenfurt am Worthersee, quest’ultima capoluogo.
In Austria è necessario munirsi della “vignette” per poter percorrere autostrade e superstrade.
Il costo di una vignette, valida per 10 giorni, è attualmente di € 9,90 e può essere acquistata prima della partenza presso gli uffici dell’ACI, ma anche nelle stazioni di servizio sia prima che dopo il confine.
La nostra destinazione è una deliziosa pensione situata nelle campagne intorno a Klagenfurt, un luogo tranquillo, punteggiato da case con giardino molto ben curate, da cui si possono ammirare le montagne in lontananza.
Abbiamo a disposizione un enorme giardino con piscina, tavoli, lettini ed ombrelloni ideali per il relax.
La colazione è gustosa ed abbondante, mentre i pranzi e le cene non sono comprese, ma la città è a circa 6 km e tutte le sere proviamo un ristorante diverso.
1° TAPPA – VISITA ALLA CITTA’ DI KLAGENFURT
Klagenfurt o meglio Klagenfurt am Worthersee, sorge all’estremità orientale dell’omonimo lago, ma non affaccia direttamente su questo, poiché è collegata al lago da un canale, chiamato Lindkanal, lungo 4 km e fiancheggiato da una pista ciclopedonale.
E’ una bella città, vivace ed ospitale, non solo turistica, poiché anche sede universitaria…direi quindi una città ben vivibile, senza traffico eccessivo, dove non mi dispiacerebbe vivere…
La nostra esplorazione parte dalla zona più periferica, dove è situato il giardino botanico, che appoggia sul fianco di una collina chiamata Kreuzberg.
In cima alla collina possiamo trovare il parco cittadino con tanti sentieri percorribili dagli amanti delle camminate e dai ciclisti, una incantevole vista sulla città e sul giardino botanico sottostante, nonché una bella chiesa barocca, la Kreuzberglkirche.
La scalinata che conduce alla chiesa è preceduta da un percorso di 14 cappelle, che rappresentano le 14 stazioni della Via Crucis, con mosaici che riproducono scene della passione di Cristo.
Da qui si può ammirare la diritta arteria stradale della Radetzkystrasse, che in breve arriva al centro di Klagenfurt, con sullo sfondo l’altissima torre della chiesa di Sant’Egidio, dall’enorme cupola barocca.
L’ingresso al giardino botanico è gratuito, all’interno vi sono ricostruzioni di paesaggi ed ambienti come la cascata, il ruscello e lo stagno, uno spazio per le piante succulenti, per quelle medicinali e velenose.
Tuttavia, la visita a fine agosto, dopo un’estate estremamente calda, non è forse l’ideale per apprezzare questo luogo, che un po’ mi delude.
Dalla zona più esterna della città, percorrendo la Radetzkystrasse, ci si avvicina al centro città; a destra si estende lo Schiller Park, a sinistra il Goethe Park, che diventa poi Schubert Park e tutti circondano parte del centro cittadino come in uno scrigno.
Sul tratto destro finale della Radetzkystrasse si incontra un bel palazzo chiamato Kunstverein Kartner Kunstlerhaus, che si potrebbe tradurre con “Associazione Artistica Casa dell’Artista Carinziana”, ma molto più semplicemente KKK, è una galleria d’arte, che ospita mostre ed eventi.
Poco più avanti, sempre sulla destra, il bell’edificio dello Stadthaus (residenza cittadina) ha al suo interno diversi musei; la galleria a volta, l’Alpen Adria Museum e ospita il Teatro estivo di Klagenfurt.
Davanti allo Stadthaus una gigantesca aiuola fiorita con rosse canne di vetro circonda un enorme orologio che segna correttamente le ore.
Si giunge in tal modo alla Piazza del Teatro dove sorge il bellissimo e ben conservato edificio del teatro, realizzato agli inizi del ‘900 in stile liberty, sul nucleo di un precedente teatro risalente al 1605. Oggi è una realtà di spicco nel mondo del teatro internazionale con le sue importanti produzioni.
Noi non siamo riusciti ad entrare, ma credo che valga la pena assistere ad uno spettacolo, da prenotarsi chiaramente con largo anticipo.
Da qui, lasciandosi guidare dall’altissima torre del campanile di Sant’Egidio (90 mt) si arriva in breve alla Chiesa di Sant’Egidio, barocca, costruita nel 1600.
Arrivare in cima al campanile per ammirare tutta la città e le montagne che la circondano, in una vista a 360°, costa la fatica di ben 225 scalini, oltre al prezzo del biglietto.
Tuttavia, la parte più interessante della chiesa è la visita alla Cappella dell’Apocalisse, dipinta in stile appartenente al realismo fantastico, dal Prof. Ernst Fuchs, in un lavoro durato 20 anni. Decorata con splendidi colori può essere ammirata solo con visite guidate programmate della durata di un’ora.
Dalla chiesa di Sant’Egidio si arriva in breve alla Alter Platz o Piazza Vecchia, uno stretto quadrilatero circondato da palazzi che ospitano bei negozi, caffè e ristorantini con al centro la colonna della Trinità o della Peste.
Costruita in origine in legno come ringraziamento degli abitanti della città sfuggiti al flagello della peste, fu modificata successivamente con l’aggiunta di una croce, sormontante una falce di luna sdraiata sopra ad un globo, a simboleggiare la vittoria del cristianesimo nella guerra austro – turca.
Da qui alla Neuer Platz o Piazza Nuova il passo è breve; è situata infatti parallela, alle spalle dell’Alter Platz, ma molto più grande di quest’ultima.
Di forma rettangolare, al centro vi è la fontana del Drago o Lindwurmbrunnen a rappresentare il drago serpentiforme che viveva nella palude dove ora sorge la piazza.
Vicino alla fontana la statua in bronzo di Maria Teresa d’Austria, tutt’intorno bei palazzi, ma è la bianca sagoma neoclassica del Rathaus, ora sede del Municipio, che occupa un intero lato della piazza, ad attrarre l’attenzione.
Fra le due piazze sorge la Landhaus, sede del parlamento regionale.
E’ una costruzione rinascimentale delimitata da due alte torri sormontate da una cupola barocca.
All’interno va assolutamente visitata la Wappensaal, grande sala completamente affrescata con tutti gli stemmi delle più grandi e nobili famiglie della Carinzia.
Anche il Duomo di Klagenfurt è costruito nello stesso stile della Landhaus, ma più decentrato rispetto al centro storico, è oggi una chiesa cattolica, dopo essere stata a lungo una chiesa protestante.
Questi sono i principali monumenti che io consiglio di visitare, ma Klagenfurt è bella anche da vivere perdendosi nelle sue stradine, che poi si aprono in piazzette dove si affacciano ristorantini e bar, nei suoi parchi molto curati e fra gli affascinanti palazzi barocchi.
Qualche idea per un pranzo o una cena?
Al primo posto sicuramente Zum Augustin, ristorante tipico inserito in un bel palazzo d’epoca, con un bel porticato che conduce ad un cortile interno, dove sono collocati tanti tavoli all’aperto. Abbiamo assaggiato i ravioli alla carinziana con ripieno di patate e ricotta, passati nel burro ed il piatto della casa, una padella con carne di maiale immersa in una salsa alla birra, verdure al vapore e piccoli gnocchetti.
Se volete un ristorante italiano, invece, andate alla Trattoria del Conte, dove troverete pasta, carne e pesce cucinati nella migliore tradizione italiana.
Per una pizza, noi abbiamo provato il Princs Restaurant Cafè vicino alla chiesa di Sankt Egid.
Infine, un altro ristorante tipico austriaco, molto carino come location – noi abbiamo cenato nel cortile interno – è Zum Heiligen Josef.
Unica raccomandazione: non ordinate mai acqua minerale naturale o frizzante, vi addebiteranno un costo altissimo nel conto…se volete bere acqua vi porteranno gratuitamente una caraffa d’acqua naturale “del rubinetto”!
2° TAPPA – GIRO DEL WORTHERSEE
Dopo aver visitato Klagenfurt la tappa successiva è sicuramente il giro del Lago di Worth o Worthersee.
C’è la possibilità, partendo dalla città, di seguire la pista ciclabile che costeggia il canale ed arrivare alla penisola di Maria Loretto e poi proseguire sulla sponda meridionale del lago.
Il ritorno può essere fatto in traghetto, caricando le biciclette, ad esempio da Velden. Diversamente, si può decidere di completare tutto il giro del lago.
Noi però optiamo per fare il giro del lago in auto in considerazione delle numerose tappe che abbiamo in programma, una delle quali prevede una impegnativa salita di 9 km, e del tempo a disposizione, che non ci consentirebbe di recuperare eventuali tappe saltate.
Uscendo dalla città per raggiungere la penisola di Maria Loretto, attraversiamo una zona con campeggi e parchi divertimenti adatti a chi ha bambini, come ad esempio Minimundus, dove si possono trovare le riproduzioni in miniatura di alcuni dei più importanti monumenti del mondo.
Il porticciolo di Maria Loretto è delimitato da una rete e da tornelli con ingresso a pagamento.
Nel tratto finale del canale piccoli barchini alimentati da motori elettrici, tavole da SUP e canoe si immettono nel lago, che in questo punto è particolarmente ombroso, con la vegetazione fino a riva.
Notiamo un ingresso all’acqua facilmente accessibile…la gente arriva in bicicletta, parcheggia, lascia le ciabatte sul bordo del canale e si immerge in acqua per una nuotata, poi risale, si asciuga e riparte…qui il lago è particolarmente bello e si respira un’atmosfera di serenità!
Mi piacerebbe provare quella panchina in riva al lago e trascorrere lì un po’ di tempo a leggere un bel libro!
Qui sorge il Castello di Maria Loretto, che più che un castello è una grande villa bianca, che attualmente ospita eventi, quali ad esempio matrimoni. Quando noi capitiamo lì, è chiusa e non visitabile.
Troviamo invece aperto il giardino del bellissimo ristorante che sorge sulla punta della penisola e che dispone anche di un piccolo porticciolo.
Negli spazi esterni i tavoli sono immersi fra bianche statue, aiuole ed archi fioriti e gazebo. La visuale del lago è davvero d’effetto e lascia senza parole.
Eppure, a mio parere, la più bella ed iconica immagine del lago è quella della penisola di Maria Worth che si può ammirare dalla strada che costeggia il lago, poco prima di prendere la deviazione sulla destra per arrivare al paesino.
La bianca chiesetta con il campanile a punta che sorge sull’estremità della penisola, circondata dal verde e il ricovero con tetto delle imbarcazioni a pelo d’acqua, trasmettono una sensazione d’altri tempi, come se qui effettivamente il tempo si fosse fermato.
Visitiamo la chiesetta preceduta da una scalinata e circondata da un cimitero, anche qui come in tanti paesi del nord Europa, Svizzera e Irlanda, troviamo le tombe nei giardini intorno alle chiese e non in un luogo a parte come da noi in Italia.
La montagna sopra a Maria Worth ospita la Pyramidenkogel, una torre d’acciaio e legno alta 100 mt costruita nel 2013, che si compone di due terrazze panoramiche, che consentono una visione a 360° del lago e delle montagne circostanti.
Si può salire in ascensore, ma al momento della nostra visita era fuori uso, oppure a piedi affrontando 441 gradini.
La discesa può avvenire con uno scivolo completamente chiuso o con la funicolare. Noi siamo saliti e scesi tradizionalmente, utilizzando gambe e scale.
Il costo del biglietto è stato di circa € 13,00 a testa, ma ne è valsa la pena, sia per il panorama che si può ammirare, sia per la particolarità della costruzione…pensate che è la più alta torre d’osservazione in legno del mondo!
Dalla Pyramidenkogel in pochi km si può arrivare alla vivace cittadina di Velden, situata all’estremità occidentale del lago, dove ci ritagliamo un pranzo un po’ tardivo, ma ristoratore, presso il Ristorante “Il Lago”.
Velden am Worthersee affaccia sul lago con i suoi alberghi, ristoranti, le ville e il bellissimo Casinò.
Sulle piattaforme in legno troviamo turisti sdraiati sui lettini a prendere il sole, in acqua motoscafi sfrecciano con al traino persone sugli sci d’acqua e altri praticano il parafly (volo in paracadute sull’acqua).
Velden è carina ma molto turistica, personalmente non la sceglierei per soggiornarvi in quanto un po’ troppo caotica per i miei gusti, ma se si cerca un po’ di vita mondana e di animazione è perfetta.
Ultima sosta del nostro giro del lago è Portschach, cittadina situata a metà della sponda settentrionale del lago, con un bellissimo lungolago verdeggiante e fiorito ed un parco ombroso che si protende fino alla penisola.
Purtroppo, come in molti altri punti del lago, l’accesso è esclusivamente a pagamento. Appena fuori del paese noi abbiamo trovato un lido pubblico, erboso con un pontile per l’accesso in acqua, dove abbiamo preso il sole e fatto il bagno.
Il Worthersee è molto bello ed offre tante opportunità di divertimento, di sport, balneazione, passeggiate, gustare una buona cucina nei tanti ristoranti sulle sue sponde.
Sarei curiosa di visitarlo anche in altre stagioni, ad esempio in autunno, quando la vegetazione si copre di mille colori o in inverno con la neve.
3° TAPPA – CASTELLO DI HOCHOSTERWITZ E FRIESACH
Se pensate ad un castello, quale vi viene in mente? A me essenzialmente due entrambi mutuati dai cartoni della Disney; quello di Belle ne “La bella e la bestia” e quello di Aurora ne “La bella addormentata nel bosco”…e se del primo ne ho visto un’immagine dal vivo durante un viaggio ai castelli della Loira, il secondo ho la possibilità di visitarlo qui in Austria…si tratta del castello di Hochosterwitz!
Il Castello di Hochosterwitz sorge su uno sperone roccioso alto 150 mt che si erge all’improvviso al centro della pianura a circa 21 km da Klagenfurt. Lo si può vedere fino a 30 km di distanza.
Venendo da Klagenfurt ci appare in lontananza come galleggiare sull’ampia pianura circostante, attorniato da una fitta vegetazione. Ci fermiamo in una piazzola a lato della strada ombreggiata da alti alberi, che pare creata proprio come punto di sosta per scattare qualche foto.
E’ sicuramente uno dei più grandi ed importanti castelli medievali dell’Austria. Le origini del castello non sono certe, ma se ne hanno cenni già dall’860 d.c..
Nel corso dei secoli passò dalla chiesa all’imperatore e viceversa fino a quando nel 1500 divenne di proprietà della famiglia Khevenhuller, che lo detiene ancora oggi.
Arriviamo al piazzale del parcheggio del castello, che la biglietteria è ancora chiusa. I cartelli avvisano che l’ascensore è fuori uso e il biglietto ha un costo di € 17,00.
L’unico modo di salire in cima, quindi, è la strada che tortuosamente si arrampica in alto, attraversando 14 porte difensive. Il castello rappresentava infatti un baluardo di protezione dalla minaccia dei turchi che in quel periodo e in quelle terre imperversavano.
Ogni porta ha la propria particolarità; la prima è affrescata con la figura di uno sbandieratore che ha in mano un vessillo, una è scavata nella roccia, un’altra affaccia su burroni e precipizi ed un’altra ancora ha un sotterraneo utilizzato come dispensa. Tutte hanno un architrave o sono ad arco e riportano insegne o immagini religiose.
Esterna rispetto al Castello si erge una chiesetta con la sua torre con l’orologio, di fianco un bellissimo giardino che contiene una sfera armillare.
All’interno del castello, nel cortile centrale, un ristorante accoglie i visitatori per una pausa ristoratrice quando si arriva dopo aver affrontato la fatica della salita e prima di visitare la sala delle armi.
Dagli spalti del castello e dalla terrazza panoramica la vista spazia sulla pianura sottostante, fino alle montagne in lontananza.
Gli interni del castello non sono particolarmente ricchi ed arredati, è il contesto su cui sorge il castello, le sue mura, i suoi bastioni e i baluardi che affascinano i visitatori, riportandoli indietro nel tempo in un’atmosfera surreale.
La visita al castello dura circa due ore, la discesa infatti è molto meno impegnativa della salita, anche se occorre tenere gli occhi aperti per non scivolare sulla ghiaia del sentiero.
A circa una trentina di km dal Castello di Hochosterwitz si trova il borgo di Friesach, la cui visita consiglio caldamente.
Friesach, infatti, è la cittadina medievale più antica dell’Austria e l’unica a possedere un fossato.
In passato era al centro di un’importante rotta commerciale tra Vienna e Venezia.
Arrivando dal castello di Hochosterwitz, dopo circa 28 km, la strada attraversa a lato la piazza principale con al centro una fontana ed aiuole fiorite, su cui si affacciano alcuni caffè, ristoranti, alberghi e pure un alimentare.
Lasciandoci alle spalle la piazza e dopo aver attraversato il ponte parcheggiamo vicino al complesso conventuale di San Domenico.
Da questa imponente costruzione con un bel parco intorno, parte un sentiero pedonale e ciclabile che costeggia le mura ed il fossato della cittadina.
Le mura merlate, costruite a difesa della città, sono precedute da un fossato in cui ancora oggi scorre l’acqua ed al centro si trova la Ruota della Fortuna, che nella tradizione antica e medioevale simboleggiava l’imprevedibilità delle vicende umane.
Arrivati al ponte troviamo una strana gabbia metallica collegata ad un meccanismo ruotante, che mi fa pensare possa essere stata utilizzata nel medioevo per porvi all’interno persone sospettate di crimini, anche religiosi, che venivano immerse nelle acque del fiume come punizione – da brivido-.
Proseguiamo pertanto il giro del paese tornando alla piazza, che in precedenza avevamo adocchiato passando in auto, alla ricerca del sentiero che conduce al castello sovrastante la città e lo troviamo…parte proprio da dietro la chiesa di San Bartolomeo.
Friesach è circondata da colline sulle quali sono state costruite almeno quattro fortezze, la principale delle quali, proprio sopra il centro cittadino, è quella di Peterburg. In parte recuperata ed in parte ancora in rovina, si erge in un luogo davvero suggestivo e domina la città dall’alto.
Salendo la scalinata si può ammirare la mole straordinaria della cattedrale di San Bartolomeo, costruita in stile romanico ed in pietra grigia, con due grandi torri gemelle che svettano verso il cielo.
Da Peterburg, verso settentrione di vede un’altra fortezza, Burg Geyersberg, mentre verso sud i ruderi di altre due fortezze affiorano in mezzo alla vegetazione.
Pare che un sentiero le colleghi tutte, ma noi non riusciamo a confutare se effettivamente sia così, perché le nuvole nere, i lampi e i tuoni che si sentivano provenire dalle montagne a nord si tramutano ben presto in un temporale che ci costringe a rientrare.
Abbiamo avuto comunque il tempo di godere del panorama e dell’atmosfera di questo luogo, dove in primis abbiamo consumato il pranzo al sacco quando ancora c’era il sole…
In basso un gregge di capre si inerpicava sulla collina, in lontananza, come ci si girava, dalla boscaglia emergevano le torri in rovina delle altre fortezze!
Il posto ha continuato ad avere la sua suggestione anche mentre le nuvole rendevano il cielo sempre più cupo…a malincuore siamo scesi di corsa in paese per evitare di bagnarci come pulcini!
3° TAPPA – VILLACH, L’ALPENSTRASSE E IL FAAKERSEE
Prima di visitare Villach decidiamo di percorrere la sua Alpenstrasse, che inerpicandosi in ampi tornanti sulla montagna, consente una bella vista panoramica della città dall’alto.
Siamo in una zona dove le catene montuose delle Alpi Giulie italiane, si incontrano con le Caravanche slovene e con questa montagna, alta 2166 mt., che rappresenta il simbolo di Villach…è il Dobratsch!
In passato sui fianchi della montagna vi erano impianti di risalita e i turisti venivano a sciare per poi soggiornare a Villach. Agli inizi degli anni 2000, gli impianti furono smantellati e la montagna fu trasformata in una Riserva Naturale.
Attraversata da una strada a pagamento di circa 16,5 km, percorribile da auto, pullmann, motociclette e biciclette, presenta molti punti panoramici e piazzole di sosta. Il costo per il suo utilizzo è di € 20,00.
Vi si può trovare un trampolino per l’allenamento dei salti, un giardino botanico alpino, terrazze panoramiche, punti di ristoro e rifugi, da cui partono sentieri per passeggiate e trekking.
In cima, dove si possono ammirare mucche e cavalli, parte un sentiero che conduce alla vetta in circa un’ora e mezza, mentre lì vicino, il sentiero inferiore porta ad una terrazza panoramica dove è possibile osservare i camosci.
In direzione opposta alla vetta si notano tre laghi, il più lontano, al centro, è il Worthersee, a destra il Faakersee, il lago più piccolo di Villach ed a sinistra l’Ossiachersee, più ampio, ma non quanto il Worthersee.
In tempi lontani un’ampia porzione della montagna si staccò, generando un’enorme frana, era il 1300 e per la prima volta fu documentata l’esistenza del Dobratsch.
Noi l’abbiamo percorsa alla mattina presto, alla fine del mese di agosto. Il tempo era sereno, ma poiché era molto caldo e non pioveva da tanto, una leggera foschia non permetteva una perfetta visione.
Il consiglio che posso darvi è di non fermarvi a tutte le piazzole, vale la pena fare la P6, che corrisponde al giardino botanico alpino con oltre 80 esemplari di piante, distribuite in 27 sentieri e alla piattaforma “Rote Wand”, che oltre ad offrire uno splendido panorama spiega il contesto storico ambientale….in tal modo avrete più tempo da riservare alle escursioni sentieristiche di cui ho accennato sopra.
Dopo l’escursione sul Dobratsch ci dirigiamo verso Villach.
Villach, con i suoi 60 mila abitanti, è la seconda città più grande della Carinzia dopo Klagenfurt, il capoluogo.
Attrae turisti in tutte le stagioni, con i laghi d’estate e gli impianti sciistici in inverno perché, se è vero che non si scia più sul Dobratsch, è pur vero che in zona vi sono molti altri impianti.
Villach è famosa, sin dal tempo dei Romani, anche per le sue terme, che si trovano appena fuori città, per coloro ad esempio che amano trascorrere alcune ore in relax dopo una giornata sugli sci!
La cittadina è attraversata dal fiume Drava su cui affacciano molti nuovi palazzi residenziali, alberghi e ristoranti, ma soprattutto il moderno palazzo del Centro Congressi. Ci facciamo una breve sosta pranzo proprio affacciati sul lungofiume, laddove fontane d’acqua lanciano in aria altissimi getti e dove fra l’altro abbiamo avuto la fortuna di trovare un parcheggio.
Dall’altra parte della strada si nota un edificio in stile liberty, ricoperto dal murales di una tigre, è il Gasthof zum Tiger.
Da dietro l’edificio, attraversando la Ankerhofengasse, una stretta via a volte con un arco finale, si giunge sulla piazza principale. Qui tanta gente passeggia tra i negozi e siede ai tavolini dei bar…si respira un’atmosfera allegra e leggera.
Al centro della piazza svetta alta la colonna della Trinità, eretta per garantire protezione divina alla città, mentre fra i palazzi che spiccano maggiormente ve n’è uno color terracotta, che si pensa abbia ospitato l’imperatore Carlo V per via della presenza di una doppia aquila nel cortile.
Quello che ci incuriosisce è un arco con targa commemorativa che indica l’ingresso di un cortile rinascimentale a doppie arcate, restaurato, dove trascorse l’infanzia il celebre medico e farmacista Paracelso. Due medaglioni in marmo raffigurano Paracelso ed il padre, che visse qui a Villach per trent’anni.
Uscire dalla piazza e ritrovarsi al Duomo di San Giacomo è davvero uno sparo.
Il Duomo è il simbolo della città di Villach, la cui costruzione iniziò nel 1136, ma fu nella seconda metà del 1300 che furono creati il coro e la navata centrale.
All’interno quello che colpisce sono le bellissime volte a crociera e il pulpito rinascimentale a forma di calice. Il campanile è staccato dalla chiesa, come spesso nella tradizione italiana. Con i suoi 97 metri di altezza è il campanile più alto della Carinzia.
La cosa che mi ha più sorpreso sono stati i tavolini di un bar collocati, indubbiamente con eleganza, sulla scalinata laterale della chiesa!
Le strade intorno sono molto turistiche, con ombrellini, farfalle e fiori appesi.
Arrivati alla piazza del Municipio, saliamo ancora fino ad arrivare alla Piazza 8 Maggio, dove scorgiamo una scultura in bronzo che raffigura una coppia in abiti tradizionali, eretta in occasione dei 100 anni dalla fondazione dell’associazione che organizza la sagra di Villach.
Un’altra statua in bronzo di un giullare, che rappresenta il carnevale di Villach, è situata vicino alla Drava in corrispondenza della chiesa di San Nicola.
Anche davanti a San Nicola c’è una statua in bronzo, rappresenta San Francesco.
Concludiamo la nostra visita a Villach attraversando la zona del Centro Congressi, con il suo bel palazzo rosso fuoco e la statua argentea che pare un’astronave con degli alieni.
Non possiamo lasciare Villach senza aver visitato almeno uno dei suoi laghi; decidiamo per il più piccolo e vicino Faakersee.
Questo lago è una piccola gemma blu, con le sue acque cristalline e i boschi e le montagne che si riflettono nelle sue acque.
Sulle sue sponde sorgono piccoli paesini con alberghi e ristoranti, ma anche campeggi.
Si può girare il lago agevolmente anche in bicicletta e ci sono sentieri escursionistici nei dintorni.
Tuttavia, non è così semplice arrivare sulla riva del lago per prendere il sole e fare un bagno se non si conoscono un po’ i luoghi, infatti tante sono le spiagge private e in alcuni punti il lago è un po’ “colonizzato”.
Per un costo di € 3,00 trascorriamo le ultime ore del pomeriggio in un curatissimo prato verde sulla riva del lago, proprio di fronte alla sua isola, prendendo il sole e facendo il bagno nelle acque del lago, che ad agosto hanno una temperatura gradevolissima.
Purtroppo, il tempo a nostra disposizione non ci ha consentito di visitare gli altri numerosissimi laghi della Carinzia. Abbiamo comunque visitato le principali attrazioni. Fra città, laghi e castelli, l’offerta turistica è davvero varia e non ci si annoia di certo.