Dublino in 2 giorni – 1° tappa del viaggio in Irlanda

Il nostro viaggio in Irlanda comincia dalla capitale Dublino, che fondata dai celti intorno al 500 a.c. lungo un guado sul fiume Liffey, assunse il ruolo di vero e proprio centro urbano solo con l’arrivo dei Vichinghi, che alla confluenza fra River Poddle e fiume Liffey crearono un fiorente porto commerciale, da cui ebbe inizio la fortuna e l’importanza della città.

Arriviamo all’aeroporto di Dublino alle ore 20:00 di sera e c’è un bel sole ad accoglierci, anche se la temperatura è decisamente più bassa, rispetto ai 30° che abbiamo lasciato in Italia!

Il primo impatto con la città, vista dall’autobus che dall’aeroporto ci conduce all’albergo, attraversando la zona dei Docklands e il centro storico, non è dei migliori.

Il recupero della zona dei Docklands infatti non è ancora terminato, rallentato dalla crisi economica che anche qui si è fatta sentire. Così troviamo diversi edifici ancora da ristrutturare e cantieri in corso d’opera.

Nel centro città diverse persone con bottiglie di birra in mano camminano barcollando, mentre caseggiati dai mattoni grigi sfilano sotto i nostri occhi…

 

Il nostro albergo, il Generator Hostel Dublin, è situato in Smithfield Square, oltre il fiume Liffey, recuperato da un vecchio fabbricato industriale, conserva ancora la ciminiera, che lo caratterizza inequivocabilmente.

E’ qualificato come ostello, ma oltre alle camerate, vi sono anche camere con bagno privato.

Al piano terra un vastissimo atrio ospita, oltre alla reception, anche una caffetteria e una zona aperta 24 ore al giorno, dove si fa musica, vengono proiettati film e c’è un tavolo da biliardo.

L’edificio sorge poco distante dalla Jameson Distillery, antica fabbrica che produce wiskey.

Generator Hostel Dublin a Smithfield Square, Dublino – Irlanda

Diciassette sono i ponti di Dublino e noi ne contiamo sette mentre ci dirigiamo a cena nella zona di Temple Bar.

La presenza della luce fino a tardi  non ci fornisce la percezione dell’esatto orario; in realtà, quando ci sediamo a tavola sono già le 22:00 passate e ci fanno capire che la cucina sta chiudendo e pertanto di far presto a consumare.

Questo primo assaggio di Dublino, in passeggiata serale/notturna dal nostro albergo fino a Temple Bar, costeggiando il fiume Liffey e attraversando uno dei suoi tanti ponti, ci fa rendere conto che sarebbe possibile girare la città anche a piedi…non sono neppure 2 infatti, i km che separano il nostro albergo dal Trinity College. La prima cosa che in mattinata vogliamo visitare.

Abbiamo deciso di dedicare solo due, dei tredici giorni che trascorreremo in Irlanda, a Dublino.

 

1° GIORNO

Non sempre però i programmi riescono a realizzarsi secondo i nostri desideri ed è così che il mattino seguente, dopo aver preso un autobus fino all’ingresso del Trinity College, veniamo cortesemente fermati da un funzionario, che ci informa che l’ingresso non è consentito, essendo in corso una cerimonia, e che le visite riprenderanno nel pomeriggio alle 14:30.

Il Trinity College è in angolo fra Grafton Street, la via pedonale più elegante della città e altre arterie molto trafficate da dove confluiscono tutti i mezzi pubblici cittadini…è pertanto naturale che decidiamo di percorrere Grafton Street per arrivare a quella che era la nostra seconda meta…St. Stephen Green!

Percorrendo Grafton Street ammiriamo negozi, grandi magazzini, ristoranti, chioschi di fiori, artisti di strada che cantano con la chitarra…dai balconcini e dalle finestre vasi di fiori colorati e profumati, per lo più gerani, scendono verso la strada.

Al termine di Grafton Street un arco in pietra, The Fusiliers’Arch, annuncia l’ingresso al parco di St. Stephen Green.

L’arco, che si ispira a quello di Tito a Roma, è dedicato alla memoria dei soldati irlandesi che persero la vita nella guerra anglo boera in Sud Africa, combattendo per l’impero britannico.

Il parco di prima mattina è tranquillo, notiamo la presenza di diversi specchi d’acqua attorniati da una fitta vegetazione, gazebo che per il loro stile ci richiamano ai primi anni del secolo scorso, quando probabilmente ospitavano orchestrine e tavolini dove la gente sedeva per rilassarsi ed ascoltare musica…aiuole fiorite, prati con scoiattoli ed uccellini, collinette che movimentano il parco creando angoli riparati, busti dedicati a personaggi famosi come James Joyce e una panchina con una targa che fa riflettere…ispirata al film Magdalene!

St. Stephen Green è un polmone verde e tranquillo nel centro della città, ma noi non siamo per nulla tranquilli, mentre nere nubi di pioggia si addensano sopra di noi, tant’è che decidiamo di uscire dal parco dal lato verso Marrion Square, dove un ultimo monumento dedicato alla grande carestia, composto da lastre in bronzo, ne segna il confine.

Merrion Square è la zona più signorile della città, che ospita uffici pubblici, residenze private, ma anche la sede del Parlamento irlandese e numerosi musei.

GIi edifici sono formati da file ininterrotte di palazzi in stile neoclassico in pietra grigia, dove l’elemento che spicca è dato dal colore brillante dei portoni, spesso ornati da colonne ioniche e sormontati da timpani.

Devo dire che essendo Merrion Square definita come una delle più belle piazze di Dublino, io mi aspettassi un maestoso piazzale, magari con fontane e monumenti…ebbene nulla di tutto ciò!

Nonostante anche le targhe mi indicassero che proprio in quel punto c’era Merrion Square, io non riuscivo a vederla!

Com’è possibile? Perché Merrion Square è in realtà un giardino quadrato con prati ed aiuole fiorite, in un angolo la statua dedicata a Oscar Wilde e circondata ai lati da splendidi palazzi!

Edifici vicino a Merrion Square, Dublino – Irlanda

Non so dire se senza la pioggia che ci ha colpito all’improvviso, forse non saremmo entrati all’Archaeology, una sezione del National Museum of Ireland, ma sicuramente l’avevo considerato fra le cose da fare ed ora che l’ho visitato, consiglio vivamente e tutti di farlo.

L’Archaeology è situato in una palazzina circolare, il cui interno rammenta lo stile liberty.

Al piano terra ospita sia il Treasuary (tesoro), una bellissima collezione di manufatti in oro, cinture, collane ed altri monili, risalenti all’età del bronzo e del ferro, che manufatti celtici, compresa un’imbarcazione in legno e la ricostruzione del santuario di Bru Na Boyne, che poi avremmo visto dal vivo al termine del nostro viaggio.

Al piano superiore invece c’è una ricca collezione di oggetti e abiti vichinghi.

In realtà quello che più mi ha colpito nella visita di questo museo, sono i cosiddetti Bog Bodies, ossia corpi umani mummificati rinvenuti nelle torbiere, che presentano alcuni particolari perfettamente conservati, come capelli, tendini, unghie e muscoli. In alcuni casi l’espressione del volto e degli arti fanno comprendere che siano stati torturati od oggetto di sacrifici rituali agli dei.

All’uscita dall’Archaeology non piove più ed è così che ritorniamo verso Grafton Street.

Decidiamo infatti di pranzare in zona perché alle 14.30 riapre il Trinity e temiamo una lunga fila, considerata la chiusura mattutina.

Da Grafton Street ci dirigiamo a Suffolk Street, dove sorge la chiesa di Sant’Andrea con accanto una recente statua in bronzo di Molly Malone.

Ma chi è Molly Malone? Non si sa per certo se sia mai esistita, ma a questa giovane pescivendola è dedicata una famosa canzone che è l’inno non ufficiale della città di Dublino, cantata durante le competizioni sportive di rugby.

La statua in bronzo raffigura una ragazza che spinge un carretto con pesce, i seni scoperti a lasciar trasparire che avesse una seconda professione!

E’ una statua molto criticata dai dublinesi, ma era circondata da decine di persone che la fotografavano.

E finalmente arriva l’orario per la nostra visita al Trinity College! Il Trinity College è la più antica e prestigiosa università irlandese.

Fu fondata da Elisabetta I nel 1592 per contrastare la fuga all’estero, per motivi di studio, dei giovani protestanti irlandesi, che si ritrovavano così esposti agli ambienti cattolici, considerati estremamente pericolosi all’epoca.

Fino alla fine del 1700 accolse solo studenti protestanti, ma fino al 1970 gli studenti cattolici che pur si volessero iscrivere, potevano addirittura incorrere in una scomunica.

Il campus universitario è attualmente formato da alcuni magnifici edifici in stile georgiano, circondati da spazi erbosi ed aiuole, a fianco dei quali sono state costruite strutture più recenti.

Una lunga fila ci attende per poter fare il biglietto d’ingresso alla Old Librery, una biblioteca costruita agli inizi del ‘700 in uno stile piuttosto austero e severo, che ospita migliaia di libri…è una delle cinque biblioteche ad aver diritto di ricevere gratuitamente una copia di tutte le opere pubblicate nel Regno Unito.

All’interno della Old Librery, si trova la famosa Long Room, una bellissima galleria lunga 65 metri, che contiene i volumi più antichi della biblioteca, e tanti altri tesori.

In realtà il manoscritto più prezioso, il famoso Book of Kells, non viene più esposto al pubblico, ma se ne possono solo ammirare le foto su pannelli luminosi, che mostrano le pagine più belle ed importanti decorate con disegni miniati e dorati.

Il Book of Kells contiene i quattro vangeli e fu redatto in Scozia, sull’isola di Iona, intorno all’’800 d.c. da monaci che lo portarono poi in Irlanda.

Dopo la visita alla Old Librery andiamo in esplorazione degli altri edifici del campus ed è così che ammiriamo lo studentato, gli edifici sulla Parliament Square, il campanile e la biblioteca Berkeley preceduta da una sfera di Arnaldo Pomodoro.

La visita al Trinity ci ha portato via diverso tempo, ma ne è valsa la pena, ed è per questo motivo che decidiamo di spostarci in autobus da un’altra parte della città, dove abbiamo prenotato da casa, per le ore 17.00, l’ingresso alla Guiness Storehouse. Acquistare i biglietti online è d’obbligo, considerato lo sconto non indifferente applicato sul biglietto intero, che a prezzo pieno costa € 25,00, mentre acquistato on line € 18,50!

La Guiness Storehouse è un’antica fabbrica di birra, fondata verso la meta del ‘700 da Arthur Guinness.

Attualmente è possibile visitarne una parte, adibita a museo multimediale, dove apprendere tutti i segreti della birrificazione ed assaggiare un bicchiere di un’ottima birra Guinness all’interno del Gravity Bar, posto all’ultimo piano dell’edificio.

Si tratta di una affascinante terrazza panoramica chiusa da una vetrata, che offre un panorama di Dublino a 360°.

Certo lo skyline di Dublino non è molto movimentato…sorgendo la città su una superficie completamente pianeggiante…è tutto piuttosto piatto e non vi sono edifici che spicchino in maniera particolare!

Devo dire però che la visita alla fabbrica della Guinness si è rivelata estremamente interessante ed abbiamo gradito anche acquistare i tanti prodotti a base di birra presenti nello store del piano terra!

 

Questa giornata, iniziata non nel migliore dei modi, con visite rimandate e pioggia, è decisamente migliorata dopo la visita a due importanti mete cittadine, il Trinity College e la Guinness Storehouse, due posti completamente agli antipodi, ma irrinunciabili per chiunque voglia visitare Dublino.

Alla sera decidiamo di tornare a Temple Bar per esplorarla meglio e costeggiamo tutta riva del Liffey fino all’incrocio con O’Connell Street, costellata dalle statue dei più importanti protagonisti della storia irlandese.

Dopo averla percorsa per un breve tratto, decidiamo di tornare indietro verso Ha Penny’s Bridge, il romantico ponte degli innamorati, che attraversiamo per riportarci nella zona di Temple Bar in cerca di un localino dove mangiare.

Anche se non piove, l’aria è piuttosto fresca ed io rimpiango di non aver portato il mio piumino 100 grammi mentre mi stringo nel mio giubbottino di jeans!

 

 

2° GIORNO

Per il secondo giorno a Dublino abbiamo programmato la visita a Phoenix Park, il grande parco cittadino di Dublino che sorge un po’ in periferia e che noi decidiamo di scoprire girandolo in bicicletta.

Il noleggio di tre biciclette per tre ore ci viene a costare l’onesto prezzo di € 30,00 e non se ne può fare a meno, se si vuole visitare tutto il parco, che è vastissimo.

Anche in questo caso il parco non è come me lo aspettassi, la mia idea era di un’area vastissima recintata che comprendeva edifici, aiuole, alberi e animali…

In realtà il parco è molto più ampio ed una strada trafficata lo attraversa, sulla destra troviamo la parte più tradizionale con aiuole, alberi e sentieri, ed arriviamo fino all’edificio che ospita la stazione centrale della Polizia e poco distante lo Zoo di Dublino.

Più avanti una grande costruzione bianca indica la residenza del Presidente della Repubblica, che è aperta al pubblico solo il sabato mattina.

Sulla parte sinistra invece, vicino all’ingresso, un obelisco alto 63 metri commemora la figura del Duca di Wellington, più avanti su una collinetta si erge la Papal Cross, ad indicare il luogo dove nel 1979 Papa Giovanni Paolo II parlò ad una folla di 1.250.000 fedeli.

Inoltrandoci nel parco speriamo di riuscire ad ammirare qualcuno degli oltre 300 daini che lo popolano, ma forse per la presenza di molti cani a passeggio, non riusciamo a vederne neppure uno!

Nel parco però, oltre a campi sportivi di calcio, cricket e polo, si trovano anche magnifiche residenze, come quella che ospita l’ambasciata degli Stati Uniti e in particolare consiglio la visita a Farmleigh House.

Questa residenza è appartenuta alla famiglia Guinness, attualmente è di proprietà dello Stato che vi ospita le maggiori personalità e i capi di Stato in visita.

Immersa in un bellissimo parco di querce, pini e altri alberi secolari, fra walled garden e laghetti è visitabile gratuitamente ogni ora.

Vicino c’è pure un’alta torre con l’orologio in fase di ristrutturazione quando siamo andati noi. Non particolarmente segnalata, cercatela e visitatela perché ne vale la pena.

Sulla via del ritorno ci fermiamo a visitare il particolare Ashtown Castle, un piccolo castello che venne sorprendentemente alla luce in seguito alla demolizione di un castello più grande in legno.

Risale al 1400 ed è situato vicino al Visitor Centre del Parco, nonché ad un bellissimo walled garden, ossia un giardino vittoriano circondato da mura all’interno del quale vengono coltivate piante aromatiche, ortaggi e bellissimi fiori…mi hanno colpito in particolare le dalie bishop, che non conoscevo, ma anche un ciliegio cresciuto rasente il muro!

Al termine della visita a Phoenix Park, il nostro programma prevedeva di tornare verso il centro storico per la visita alle due più importanti chiese di Dublino e al Castello di Dublino…qui il tempo è tiranno perché tutti i musei e le chiese chiudono molto presto verso le 17.00 – 17.30, ma alcuni anche alle 16.30 – 16.45.

Siamo però vicini al Kilmainham Gaol, ossia al carcere dove furono imprigionati i principali esponenti della rivolta che portò all’indipendenza dell’Irlanda e che oggi riveste un particolare interesse storico, così decidiamo di avviarci a piedi a visitarlo, anche se era fra quelle cose che avremmo fatto se avanzava tempo…ma la nostra non si rivela una scelta felice, perché quando arriviamo è tutto sold out…ci dicono di tornare il mattino dopo, ma noi non saremo più a Dublino.

Un po’ delusi, pranziamo in zona e poi prendiamo l’autobus per ritornare al centro città…dobbiamo pedalare se vogliamo visitare tutto quello ancora  in programma.

Cominciamo quindi dalla visita della Christ Church Cathedral, la più antica delle chiese di Dublino.

Costruita su una collinetta con dei bei contrafforti è purtroppo in fase di ristrutturazione quando ci approcciamo a visitarla, per tanto l’esterno non rende giustizia alla sua bella architettura.

L’interno però ci ripaga accogliendoci con le sue alte volte gotiche, le sue colonne, il pavimento di mattonelle decorate a colori vivaci, un bel pulpito e una vasca battesimale.

Una scala scende fino alla cripta, molto grande, che contiene varie teche con il Tesoro e che faceva parte della chiesa vichinga originale.

Christ Church Cathedral così come Saint Patrick’s Cathedral, che ci accingiamo a visitare in rapida successione, sono chiese protestanti e pertanto in una città come Dublino, quasi completamente cattolica, rivestono un ruolo marginale per il culto.

Entrambe sono state a lungo oggetto di restauro, dopo che nei secoli passati erano andate in rovina ed addirittura utilizzate come stalle e caserme dai soldati di Olivier Cromwell!

Saint Patrick’s Cathedral è la cattedrale più grande di tutta l’Irlanda e sorge in un luogo sacro, laddove si dice che San Patrizio battezzasse i capiclan celti immergendoli nelle acque di un pozzo, che oggi è all’interno di un parco a fianco della cattedrale. Il Parco è semplice e carino, ma noi il pozzo non lo abbiamo trovato, solo una targa ne segnala la presenza nei tempi passati.

Anche l’interno di St. Patrick’s è molto ricco e sfarzoso, vi si trova la tomba di Jonathan Swift, per anni decano della chiesa e dalla sua compagna, Stella.

La parte che più mi ha colpito è il coro, intarsiato con le bandiere dell’ordine dei cavalieri di San Patrizio. Merita comunque anche l’enorme organo e il bel battistero in pietra bianca.

Mi sarebbe piaciuto assistere ad uno dei tanti cori musicali, che vi si tengono due volte al giorno durante le messe, in quanto esiste sin dal 1432 una scuola corale.

All’uscita da St.Patrick ci dirigiamo in fretta verso il Castello di Dublino, che purtroppo chiude al pubblico alle 16.45.

Non è tanto lo stile architettonico del castello ad interessarci, infatti non siamo di fronte al tipico castello medioevale, bensì ad un insieme di edifici, anche in stili diversi, ma è più il ruolo storico che questa costruzione ricopre…è il simbolo della dominazione britannica sull’Irlanda durata sette secoli, che gli inglesi consegnarono a Micheal Collins in rappresentanza dello Stato irlandese nel 1922.

Attualmente è utilizzato dal governo irlandese per ricevimenti e incontri di Stato e ne sono visitabili solo i cosiddetti “appartamenti di Stato”.

Noi ci siamo limitati ad osservare il vasto cortile centrale e vari edifici prima di essere invitati fuori perché in chiusura.

Quando ormai scende la sera e dopo aver visitato una parte della Jameson Distellery, che è proprio vicina al nostro albergo, decidiamo di trascorrere le ultime ore di luce e la serata nella zona dei Docklands.

I Docklands di Dublino sono la parte del vecchio porto della città, che si sta tentando di riqualificare lungo il fiume Liffey.

Vecchi magazzini e fabbriche vengono pian piano trasformate in palazzi di uffici, residenziali, teatri, sale conferenze o per concerti, creando piazze dove affacciano bar e ristoranti.

Noi ci facciamo portare dall’autobus all’estremità di questa zona e cominciamo a percorrerla verso il centro.

Da una parte troviamo il Point o 3 Arena, uno spazio coperto adibito a concerti, che può contenere fin a 8.500 persone, più avanti il National Convention Centre, un centro congressi all’interno di un edificio avveniristico con una struttura tubolare al centro.

Proseguendo lungo questa parte del fiume, vi è attraccata la “Jeanie Jhonston”, una cosiddetta nave bara, un veliero che nel lontano 1847 effettuò ben 16 traversate fra l’Irlanda e il “nuovo mondo”, senza subire perdite! Attualmente è una nave scuola e pertanto da maggio a settembre la si potrebbe anche non vedere all’ancora.

Ancora più avanti appare l’edificio che ospita Epic, il museo multimediale dedicato alla grande carestia che colpì l’Irlanda verso la metà dell’’800.

Inaugurato nel 2016, è un museo dove non ci sono quadri, statue od opere d’arte in genere, ma un luogo dove ascoltare, attraverso i nuovi strumenti tecnologici, circa 300 storie di persone che vissero in quel periodo.

Davanti al museo alcune statue in bronzo rappresentano una folla di persone macilente, afflitte dalla carestia.

Da qui in lontananza si può ammirare anche la sagoma allungata della Custom House.

Attraversiamo il ponte pedonale Sean O’Casey Bridge per esplorare i Docklands sull’altra sponda del fiume e qui rimaniamo stupiti di trovare tutta un’altra realtà, immondizia abbandonata e barboni che trascinano coperte, tutto ciò fino all’incrocio con l’altro bellissimo ed avveniristico ponte, Il Samuel Beckett Bridge.

Da qui la zona ritorna ad essere curata e noi abbandoniamo il lungofiume per addentrarci in cerca del Bord Gais Energy Theatre, uno stupendo palazzo in vetro che affaccia su una piazza, delimitata da uno specchio d’acqua.

Qui bar e ristoranti propongono la loro cucina e devo dire che non è facile trovare un tavolo.

Dai Docklands ritorniamo con il treno della Luass, che ferma proprio vicino al nostro albergo…è giunto il momento di salutare Dublino, domani infatti colazione e partenza per l’aeroporto dove abbiamo prenotato un’automobile.

Questi due giorni, intensi di visite, mi hanno fatto ricredere dal primo impatto un po’ deludente della città…è una città il cui fascino non si svela immediatamente, ma ti conquista un poco alla volta…i dublinesi poi sono molto carini, se ti vedono guardarti intorno sperduto con una cartina in mano, si fermano per chiederti se possono essere d’aiuto e gli autisti degli autobus, quando sali, sono sempre cordiali e ti chiedono da dove vieni, dove vuoi andare e ti segnalano la migliore fermata per raggiungere la tua meta!

 

Prossima tappa del viaggio on the road in Irlanda → Glendalough e Kilkenny

 

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