Trekking affacciati sul Lago Maggiore, nel Parco Nazionale Val Grande

Respirare.

Finalmente è arrivata la solita e tanto attesa settimana ad Agosto in cui stacco da tutti e tutto.

Anche se per me, staccare, non vuol dire staccare la spina al cervello o riposarmi in un villaggio vacanze in una meta caraibica. Significa allontanarmi dalle abitudini di tutti i giorni, mettere in modalità aereo il telefono, portare uno zaino di 17 chili sulle spalle ed affrontare sentieri in montagna.

 

 

Mi spiego meglio. Dall’età di 9 anni faccio parte dell’associazione Scout Agesci e da quando ho 20 anni sono diventata educatrice dei ragazzi nelle fasce d’età più giovani.

 

Lo so, lo so, oggi giorno ammettere di far parte degli Scout è praticamente una condanna sociale.

Essere uno scout è diventare indipendenti già da quando si è piccoli, è saper montare una tenda canadese, è saper costruire un tavolo utilizzando solo tronchi e cordino, è fare il bagno nei ruscelli di montagna, è camminare ore e ore sotto il sole, è vincere le proprie paure ed insicurezze, è vedere posti nuovi in giro per il mondo, è fare esperienze che nella vita normale si pensano solo, è creare una comunità.

 

Tutto ciò porta alla spiegazione del cosa ci faccio ad agosto, nel Parco Nazionale Val Grande a ridosso del Lago Maggiore, in compagnia di Marco, un mio coetaneo, ed al seguito 12 diciassettenni carichi come delle molle.

 

ROUTE.

 

Il termine route ha origine in Francia e significa “strada”. Si intende una tipologia di campeggio estivo, a cui partecipano ragazzi dai 17 ai 21 anni, che presuppone più giorni di cammino, il pernottamento in posti diversi e lontani fra loro, un’alimentazione sana, uno zaino essenziale e leggero ed un tema di fondo che leghi le giornate tra loro.

 

Questa è la definizione ufficiale.

 

Ma come posso fare, per raccontarvi esattamente che cos’è?

Sono ancora talmente su di giri per l’esperienza fatta, per il clima che si respira non appena abbiamo iniziato a camminare tutti insieme per raggiungere la vetta, per il distacco dalle abitudini, per l’aria fresca che ci ha riempito i polmoni e per i paesaggi mozzafiato che abbiamo avuto la fortuna di ammirare, che limitarsi a raccontare delle banali informazioni logistiche non è proprio possibile in questo caso.

 

Perché quando ti ritrovi unicamente con lo stretto indispensabile (cit. Libro della Giungla) in cima alla Montagna, a guardare l’orizzonte davanti a te, il sole che pian piano si abbassa e le lucine delle case comparire tra gli alberi, non puoi far altro che pensare a quanto sei fortunata.

 

Fortuna nell’avere una casa, di vivere in Italia in cui si hanno dei diritti e ognuno può far sentire la propria voce.

Fortuna nell’avere una famiglia che mi supporta in tutto e per tutto e che mi ha insegnato cosa vuol dire sacrificio e duro lavoro.

Fortuna nell’aver avuto un’istruzione e grazie a questo lavorare in un posto fisso.

Fortuna nel potermi concedere qualche vizio e lusso ogni tanto.

Fortuna nell’avere un fidanzato e amici che mi hanno accompagnato in questi anni tra sbagli e piccole conquiste, senza mai giudicare.

Fortuna nell’aver potuto viaggiare, scoprire culture diverse dalle mie, luoghi e persone.

Fortuna per aver potuto vedere dalla cima della montagna, in quel preciso momento, il blu del cielo e il blu del lago fondersi e creare sfumature mai viste prima.

 

Vista sul Lago Maggiore dalla cima del monte Piancavallone

 

Il sentiero che mi ha fatto letteralmente battere il cuore è quello che dal paese di Miazzina conduce al Rifugio del Piancavallone. Il percorso, lungo circa 8 chilometri con un dislivello di 1000 metri, è molto ben tenuto e segnalato. Si snoda tra piccole cappelle bianche, tratti in mezzo al bosco, scarpate sui versanti, stradine inghiaiate e cime rocciose da scalare. Abbiamo incontrato tantissimi turisti tedeschi e famiglie del posto, qualcuna, essendo domenica, si era sistemata nelle piazzole di sosta lungo il percorso per fare un pic-nic.

A metà percorso, per recuperare energie, ci siamo fermati in un punto panoramico da dove abbiamo potuto ammirare il nostro primo panorama sul lago. Qui si trova il Memoriale degli Alpini, costruito per ricordare i nomi delle penne nere cadute in guerra.

 

 

Non è stato facile arrivare sulla vetta, la pesantezza dello zaino che grava sulla postura e sulle spalle è complicata da gestire, ma una volta avvistata la grande croce nel punto più alto della montagna le nostre facce si sono illuminate da 14 sorrisi enormi.

 

 

E da quella croce, si vedeva tutto!

 

Le montagne imponenti della Val Grande da un lato, che sembrano toccare il cielo con la cima, e la distesa d’acqua del lago Maggiore dall’altro, che culla dolcemente qualche barca che lo attraversava.

Non sapevo dove guardare, tanta era la bellezza che mi circondava.

Davanti a questo panorama che madre natura ci stava regalando abbiamo cominciato a cantare, ridere e saltare…fin quando non abbiamo deciso di piantare le nostre 5 tendine lì. Sul cucuzzolo della montagna, vicino a una piccola cappella distante dal rifugio Piancavallone, da dove partono numerosi sentieri che conducono all’interno del parco.

 

 

Abbiamo avuto qualche problema invece a trovare la via che da Aurano porta a Luera. Dovevamo prendere un sentiero che attraversava la montagna passando da boschi di castagni, ma qualunque sentiero intraprendevamo, seguendo i consigli dei paesani di Aurano, trovavamo solo tronchi caduti da scavalcare ed un percorso impraticabile così che alle 11:00 eravamo nuovamente al punto di partenza.

Inutile dire ormai che oltre ad essere stanchi i ragazzi erano anche un po’ demoralizzati, ma anni ed anni di esperienza ci hanno insegnato a non perdersi d’animo, trovare una soluzione e cambiare rotta!

Cartina alla mano, indicazioni stradali davanti a noi: questa volta non avremmo dovuto avere problemi. Il cambio di percorso comportava 5 km in più del previsto su strada asfaltata, sotto il sole, nelle ore più calde della giornata.

Ed è proprio qui che abbiamo incontrato la provvidenza.

Al quinto tornante un furgoncino bianco ci si avvicina ed un signore simpaticissimo, che trasportava  vasetti di miele nell’abitacolo, si offre di caricare gli zaini fino a Piancavallo, la nostra nuova tappa intermedia della giornata, da dove poi avremmo preso un tram che ci avrebbe portato a Luera percorrendo 4 km.

Il nostro angelo custode si chiamava Bruno e probabilmente senza di lui non saremmo riusciti a rispettare la tabella di marcia. Una volta lasciati gli zaini, i piedi viaggiavano da soli, per quella strada asfaltata e stretta, con il sole cocente di mezzogiorno a tenerci compagnia.

Appena avvistato il cartello segnaletico con scritto “Piancavallo”, abbiamo iniziato a correre dalla felicità…per essere andati avanti ugualmente, anche con qualche intoppo, per aver incontrato una persona che ci ha aiutato nel momento del bisogno senza chiedere nulla in cambio, per aver faticato tanto, ma sempre aiutandoci l’un l’altro.

 

L’avventura della giornata poi è continuata percorrendo il sentiero da Luera a Oggebbio. Sentiero in mezzo ai boschi, inizialmente ben segnalato e facilmente percorribile, si è poi rivelato un cumulo di alberi caduti e rovi da evitare. Ormai però niente e nessuno ci poteva fermare e come dei veri e propri avventurieri abbiamo strisciato tra gli ostacoli, arrivando a destinazione sani a salvi!

 

Quella sera abbiamo piantato le nostre tende davanti a una vecchia chiesa romanica da cui si godeva di un’incantevole vista sulle città lombarde, dall’altra parte del lago. Le stelle, il tramonto, le luci del porto e i canti a squarciagola ci hanno fatto emozionare.

 

 

 

Tutti i sentieri che abbiamo percorso toccavano molti paesi e frazioni della Provincia di Verbania, caratterizzati da graziose casette in pietra con terrazzi ricolmi di fiori colorati e fontanelle che prendono l’acqua direttamente dai ruscelli. Una particolarità che mi ha fatto molto sorridere è che ogni paesino, anche il più irraggiungibile e sperduto, fa comune.

 

Mergozzo
Novaglio

 

L’ultima tappa del nostro itinerario è stata Pallanza, un quartiere di Verbania.

Ho sempre amato le città sul lago, sono ben curate, con deliziosi bar e ristoranti sul lungolago ed hanno spazi verdi ovunque.

 

Da qui, partono i traghetti per la visita alle Isole Borromee, situate nel golfo del lago tra le città di Verbania e Stresa. Una giornata per visitarle è d’obbligo, dicono che l’Isola dei Pescatori sia incredibilmente bella e caratteristica.

Noi, avendo poco tempo a disposizione, abbiamo approfittato della piccola Spiaggia di Suna per fare qualche tuffo dal pontile – l’acqua era incredibilmente molto calda –  e stenderci tra i sassolini a riposare un poco, dopo tutta la fatica dei giorni precedenti.

A mollo in mezzo al lago ho alzato gli occhi e ho ripercorso con lo sguardo tutta la strada fatta: Montorfano, il monte solitario vicino alla stazione da cui siamo partiti, fino ad arrivare in cima al Piancavallone, da cui avevamo una vista completa del lago e la costa Piemontese, intervallata da piccoli paesini e macchie di vegetazione.

 

Sempre sul lungolago si trova Villa Giulia, una villa d’epoca con un grande giardino aperta al pubblico per eventi, conferenze, concerti e semplici passeggiate per i suoi viottoli. Davvero una perla.

 

Pallanza, Verbania

 

 

ITINERARIO:

GIORNO 1: Stazione di Verbania/Pallanza (99 m.) – Montorfano (334 m.)

GIORNO 2: Montorfano (334 m.) – Mergozzo (196 m.) – Bracchio (310 m.) – Cappella di Erfo (662 m.) – Rovegno (368 m.) – Cossogno (398 m.) – Ungiasca (581 m.) – Miazzina (697 m.)

GIORNO 3: Miazzina (697 m.) – Alpe Pala (912 m.) – Cappella Fina (1002 m.) – Rif. Piancavallone (1564 m.)

GIORNO 4: Rif. Piancavallone (1564 m.) – Intragna (703 m.) – Aurano (694 m.)

GIORNO 5: Aurano (581 m.) – Corte Giovanoli (960 m.) – Segletta (1147 m.) – Piancavallo (1216 m.) – Manegra (883 m.) – Luera (809 m.) – Oggebbio (202 m.) – Novaglio (372 m.)

GIORNO 6: Novaglio (372 m.) – Ghiffa  (387 m.) – Intra (203 m.) – Pallanza (199 m.)

GIORNO 7: riposo a Pallanza

GIORNO 8: Pallanza – Stazione di  Verbania/Pallanza

 

INFO UTILI:

Definire il percorso da casa è abbastanza complicato, ma fortunatamente abbiamo trovato due mappe molto dettagliate:

 

  • Cartografia Svizzera del Nord Italia https://map.geo.admin.ch : aprendo il link con uno smartphone è possibile utilizzarla come google maps, vedendo la propria posizione. Inoltre è possibile stamparla, misurare la distanza da un posto all’altro ed altre piccole funzionalità.

 

E’ stato pianificato in base alle necessità del gruppo, ossia: la presenza di acqua nei sentieri, avere un appoggio nelle tappe finali di fine giornata quali spazio per piantare le tende ed eventualmente un bagno e supermercati in cui potersi rifornire.

 

Anche se per tutta la zona del lungolago sopra alla città di Verbania non passano treni per l’assenza di ferrovie, la zona è abbastanza servita da Autobus gestiti dalla ditta VCO Trasporti e da traghetti che collegano ogni città che si affaccia sul lago.

 

Per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sui vari sentieri, dove iniziano, in che condizioni si trovano, dove poter pernottare o anche solo per semplici curiosità, non esitate a contattarmi.

 

Queste sono le esperienze da fare almeno una volta nella vita!

 

 

Commenti

  1. Carmine Alfieri

    Conosco quei posti, ci sono stato dal 1980 al 1987 , abitavo ad Intra e anche se ora da meridionale che abita a poche centinaia di metri dal mare non dimenticherò mai quei posti bellissimi, il lago e le montagne che in quegli anni non ho mai smesso di scoprire sempre più belli. Sono, anche se anziano, un capo scout e sogno sempre una route del mio clan in Val Grande, la tua spiegazione è di grande aiuto per chi intende farla e la passo volentieri ai miei capi clan. Se hai pure qualche contatto sul posto sarebbe molto utile. Ciao e Buona Strada. Carmine

    1. Autore
      del Post
      Giulia Benini

      Ciao Carmine, tutta la zona di Verbania mi è piaciuta tantissimo ed abbiamo anche incontrato molta ospitalità. La consiglierei sicuro ad altri gruppi scout! Se il tuo vecchio Clan è interessato, nella sezione “Chi Siamo” del sito trovi la mia email.

    1. Autore
      del Post
      Giulia Benini

      Che bello questo mondo fatto di camminate, tende, insegnamenti, avventura e sorrisi!! Grazie per esserti fermata a leggere l’articolo! 😉

  2. AriBronx

    Ciao 🙂
    Sono Arianna, una scolta del Sant’Ambrogio1. Innanzitutto grazie per l’articolo.
    Come clan vorremmo fare una Route in questa zona e volevo chiederti alcune informazioni.
    La prima, anche se l’hai già accennato, é sull’acqua.. se i sentieri sono forniti di fontane facilmente reperibili e se sono presenti anche nei paesi dove vi fermavate
    Poi riguardo il cibo: avete portato tutto dall’inizio o nei paesi in cui terminavate la giornata erano presenti dei negozi per acquistarlo?
    E infine riguardo al pernottamento: per piantare le tende c’é bisogno di qualche permesso?

    Grazie mille per la disponibilità!
    Arianna 🙂

    1. Autore
      del Post
      Giulia Benini

      Ciao Arianna,
      leggo solo adesso che mi hai scritto anche qui.
      Sono contenta che questo itinerario ti sia piaciuto e spero possa essere d’ispirazione per la tua Route.
      Fammi sapere se desideri ricevere altre informazioni, oltre a quelle che ti ho dato.
      Buona Strada

      1. Luca Cammarota

        Ciao Giulia! Anche io vorrei proporre al mio clan quest’itinerario. Potresti dirmi se serve il permesso per piazzare le tende?

        1. Autore
          del Post
          Giulia Benini

          Ciao Luca,
          noi abbiamo contattato le parrocchie delle varie località in cui abbiamo dormito, cercando il numero su internet. Per quanto riguarda la notte al Piancavallone abbiamo chiesto al rifugio.
          Spero di esserti stata d’aiuto.

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