Costa de la Luz: Bolonia e Tarifa – 3° Tappa del Viaggio in Andalusia

Durante il nostro viaggio alla scoperta dell’Andalusia non potevamo non inserire anche qualche tappa di mare.

Tutta la regione infatti affaccia sia sull’Oceano Atlantico, che sul Mar Mediterraneo, nel cui punto di confluenza si trova il famoso stretto di Gibilterra e una vista nitida sulla costa Africana.

Mentre pianificavo l’itinerario, una delle prime domande che mi sono posta è stata: meglio la Costa de la Luz o la Costa del Sol?

La Costa de la Luz si estende dal confine con il Portogallo a Tarifa e si affaccia sull’Oceano Atlantico, mentre quella del Sol va da Gibilterra ad Almeria e si affaccia sul Mar Mediterraneo.

Ma questa non è l’unica differenza, ci sono tantissimi dettagli che le rendono completamente diverse.

La Costa de la Luz è ventosa, selvaggia,  con spiagge immerse in contesti naturali, sabbia bianchissima e semplici paesini; la Costa del Sol invece è turistica, con stabilimenti balneari, ombrelloni e sdrai, spiagge con la città alle spalle e palazzoni ed hotel in lontananza.

Ecco, considerato che già prevista una tappa a Malaga, situata sulla Costa del Sol,  per visitare la città, abbiamo optato per la selvaggia Costa de la Luz, più affine fra l’altro ai nostri interessi.

E poi volevo andare a Tarifa, il punto più a sud del continente Europeo, per vedere l’Africa.

 

Svegli di buon ora, abbiamo salutato Cadice ancora dormiente ed illuminata dai lampioni per poi imboccare la strada che costeggia il litorale con il sole che pian piano faceva capolino dalle colline.

 

PUEBLOS BLANCOS: VEJER DE LA FRONTERA

 

Prima di giungere al mare, abbiamo deciso di fare tappa a Vejer de la Frontera, un borgo spagnolo posto in un promontorio da cui si vede un bel panorama su tutta la vallata e l’oceano.

Questo paesino di montagna, come tanti altri in tutta la provincia di Cadice, è considerato un Pueblos Blancos, ossia un borgo di piccole dimensioni caratterizzato da case imbiancate a calce, sali e scendi di piccole scalinate,  tralci di fiori colorati in ogni angolo e l’atmosfera tipica andalusa.

Quando siamo giunti a Vejer il paese si stava svegliando, qualche furgoncino che consegnava il pane caldo, qualche signore che andava al bar a far colazione, bambini che si incamminavano verso la scuola e una piazza completamente deserta.

Il centro è molto piccolo e compatto, con le vecchie mura che la circondano, qualche strada in salita, tantissimi muri bianchi e fiori rosa…

Per scoprire questi paesini non è necessario fare grandi cose…basta godersi la passeggiata tra le case e le strette vie, che subito si percepisce la vera essenza andalusa.

 

SPIAGGIA DI BOLONIA E BAELO CLAUDIA

 

Dopo questa breve sosta,  il nostro viaggio on the road continua in direzione del piccolo villaggio di Bolonia.

Bolonia si affaccia sull’oceano, ha una splendida spiaggia bianca lunga 4 km, una duna di sabbia enorme ed un sito archeologico….un vero paradiso naturale!

 

Per prima cosa ci siamo diretti al sito archeologico di Baelo Claudia: Fondato dai Fenici era un semplice villaggio di pescatori per poi divenire un’importante città romana per il commercio con l’Africa.

Una particolarità di questo sito è che si affaccia sull’oceano, infatti Baelo Claudia è separato dalla spiaggia solo da un recinto…questo elemento lo rende uno dei siti archeologici più belli che io abbia mai visto.

L’entrata al sito è completamente gratuita e comprende la visita al museo, moderno e con reperti ben conservati, un simpatico negozio di souvenir in cui ho comprato una maglietta per l’altra metà del blog e la vasta area in cui si trovano le rovine.

Risaltano al centro del sito alcune colonne ancora in piedi del Tempio dedicato alla dea egiziana Iside, mentre tutto intorno ci sono le vecchie abitazioni dei pescatori, vari edifici ed un anfiteatro romano praticamente intatto.

Questo è il generi di luogo di cui mi innamoro: un po’ di storia circondati da un oceano azzurrissimo e una natura selvaggia…un mix estremamente affascinante.

Ci siamo divertiti anche a leggere in lingua spagnola le targhette davanti ad ogni rovina, davvero molto interessante.

Vicino all’uscita del sito archeologico, proprio sulla spiaggia, ci sono alcuni ristoranti di pesce e considerato l’orario ci siamo fermati per pranzo.

Il Restaurante Otero, a conduzione famigliare, ci ha servito un ottimo pranzo vista oceano.

 

Lasciato il ristorante,  ci siamo incamminati verso la spiaggia, da cui parte una passerella in legno che si insinua nella pineta circostante regalando una passeggiata davvero suggestiva.

La passerella continua a costeggiare la spiaggia da un lato e dall’altro la pineta, terminando ai piedi della Duna di Bolonia.

La Duna di Bolonia è una duna di sabbia alta 30 metri che sfuma nella pineta di Punto Camarianal.

La forza del vento spinge la sabbia della spiaggia verso questa duna, che con gli anni è andata a coprire gran parte dei pini impedendo quasi ogni forma di vegetazione.

Si può raggiungere la sommità di questa collinetta, camminando sulla sabbia, oppure dalla pineta, percorrendo i sentieri (poco tracciati) che si inseriscono in diversi punti della duna.

Noi abbiamo provato il percorso nella pineta, ma non trovando un sentiero ben segnalato siamo giunti a metà della duna e…

Camminare nella sabbia non era per niente difficile!!

Infatti la forza erosiva del vento ha spianato perfettamente la sabbia delle dune, creando onde, buche e piani in questo paesaggio quasi desertico.

Di tanto in tanto spunta qualche ciuffo di pino o qualche ramo rinsecchito…sono i pini coperti dalla duna che fanno capolino!

Una volta in cima, si vede una vista mozzafiato su tutta la baia di Bolonia, mentre dal lato opposto si apre una distesa a non finire di chiome verde scuro dei pini.

Uno spettacolo davvero surreale, qui la natura ha creato davvero un capolavoro!

Questo posto ci è piaciuto talmente tanto che gli abbiamo dedicato molto tempo e lo ammetto, eravamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia…ma le giornate lunghe ed il bel tempo dell’Andalusia ci avevano rassicurato.

 

TARIFA

 

La strada da Bolonia a Tarifa è breve ma completamente deserta, nessuna stazione di servizio, nessun bar, nessun luogo dove sostare, solo qualche pannello in legno raffigurante tori e cow-boy.

Si percepisce che ci si avvicina a Tarifa dai tantissimi negozi ed alloggi per surfisti lungo la strada e dalle indicazioni per le spiagge.

 

Tarifa è piccolissima. Una manciata di case color pastello, un porto per le grandi navi mercantili e un lembo di terra che si protende verso l’Africa.

Facciamo il check-in all’Hotel Boutique Tarifa, piccolo, semplice, pulito ed arredato in stile surf e mare; la nostra camera era deliziosa.

Tarifa non ha molte cose da offrire, perciò anche se siamo arrivati alle 16:30 del pomeriggio il tempi ci è stato sufficiente per visitarla.

Siamo ad inizio ottobre e non c’è molta gente per strada, tanto più  che Tarifa non rientra nei classici tour dell’Andalusia, anche se a mio parere merita una sosta.

 

Ci incamminiamo verso il porto e ci si presenta subito di fronte il Castillo de Guzmán el Bueno.

Questo castello dalla forma geometrica particolare si affaccia sul porto, ha due alte torri e nel corso della sua storia non appartenne mai ad un unico popolo, infatti vi passarono truppe nord-africane, castigliane ed anche britanniche.

IL castello però prende il nome da Guzmán el Bueno, il comandate durante l’assedio moresco del 1292.

Nella parte interna del Castello infatti vi è un percorso interattivo che racconta la sua storia in modo giocoso, rendendo questo museo perfetto per i bambini.

Dai camminamenti delle mura del castello si può godere di un’incredibile vista sul porto e finalmente si può vedere la costa africana!

Sorprende che la distanza tra Tarifa e il Marocco sia solamente di 14 km, due continenti che si guardano perennemente davanti ad  un mare e ad un oceano che si scontrano.

Terminata la visita al castello ci siamo diretti a Punta de Tarifa, l’isolotto che è collegato alla terraferma da una stretta lingua di terra.

Dal lato dell’oceano si trova Playa de Los Lances, una distesa di sabbia lunghissima, con la presenza di qualche bar, ma quasi del tutto incontaminata e tantissimi windsurfer che cavalcano le sue acque.

Qui il vento è fortissimo, così tanto che era difficile camminare diritti, ma è un piacere fermarsi in una delle tante panchine rivolte verso i surfisti mentre il sole tramonta…davvero magico.

Arrivati a Punta de Tarifa che si trova nell’isolotto chiamato Isola de las Palomas, la nostra camminata è stata interrotta da un cancello chiuso!

Questo perché tutta la punta, dove si trova anche un grande faro, fa parte di una zona militare ed è inaccessibile.

Sognavo da tempo di percorrere quella strada tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico, di mettermi sulla punta di quell’ultimo pezzettino di terra e guardare l’Africa, davvero un peccato non si possa arrivare fino in fondo.

A Tarifa le temperature sono più basse rispetto alle altre città andaluse, questo perché si trova praticamente in mare aperto ed è molto ventosa.

Perciò dopo aver fatto una buona scorta di vento a guardare i windsurfer destreggiarsi tra le onde, ci siamo incamminati verso il centro città.

Il centro non è tanto grande, appena un paio di vie che si intersecano fra loro, una chiesa nel cuore della città, negozietti di souvenir, qualche ristorantino e tantissimi muri bianchi.

Tarifa è una vecchia città di pescatori, oggi diventata una località frequentata principalmente da surfisti, è un paesino senza pretese e io l’ho adorato proprio per questo, per la sua semplicità.

Duranti i mesi estivi e nel week-end è anche una città molto movimentata, piena di giovani e di locali che intrattengono gli ospiti a suon di musica e drink.

 

Noi ci siamo fermati a cenare in un localino Italiano in pieno centro, La Oca de Sergio, dall’estetica molto curata, la cui specialità sono le pizze.

Non è il solito locale turistico, ti fa sentire a casa anche a così tanti chilometri di distanza.

 

Questa nostra 3° tappa in Andalusia è stata una sorpresa!

Felicissimi di aver aggiunto questi luoghi così poco conosciuti , che abbiamo apprezzato tantissimo, anche perchè inaspettati e grazie ai quali e ci siamo potuti  allontanare un po’ dalla calca dei turisti presenti nelle principali città andalusei.

Se avete tempo consiglio vivamente di inserire nel vostro tour anche queste località, ne vale la pena!

 

Prossima tappa del viaggio on the road in Andalusia→ Gibilterra

 

 

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